Progettare un’impresa? Un gioco da ragazzi
Insomma, Startupper o imprenditore? Qualche post fa, abbiamo parlato della differenza tra lo startupper e l’imprenditore, concludendo che in entrambi i casi alla base c’è un progetto di impresa.
Come si è visto, contrariamente forse alla comune percezione, fare impresa non significa solo avere una buona idea e trovare le risorse economiche per realizzarla: il gioco (e il difficile) consiste invece nel tradurre in pratica l’idea di business. Quindi creare un’impresa non è affatto facile e presuppone una corretta impostazione di base.
In questo post vorremmo dare alcune indicazioni utili per “affrontare il problema”.
Come progettare un’impresa
Una prima attività, spesso sottovalutata, è l’analisi di fattibilità del progetto.
Ciò riguarda non solo lo studio del mercato di riferimento: quali sono i miei potenziali clienti, chi sono i miei competitor diretti ed indiretti, che modello di business viene applicato etc… Ma anche la verifica su eventuali limiti legali o regolamentari (per approfondire l’importanza della c.d. legal opinion clicca qui).
L’idea, infatti, potrebbe anche essere geniale, ma potrebbe essere vietata dalla legge, oppure non essere espressamente disciplinata (vi dice niente il caso di Uber?). Analoghi discorsi possono riguardare le questioni fiscali (si ricordi il caso delle sigarette elettroniche, inizialmente non sottoposte a tassazione come i tabacchi)
In secondo luogo occorre esaminare in modo dettagliato tutti gli elementi che servono per realizzare il prodotto/servizio e venderlo sul mercato:
- che valore offre il mio prodotto? Quale bisogno del cliente riesce a soddisfare?
- Quali risorse sono necessarie per realizzare il prodotto?
- Quali attività occorre svolgere per produrlo? Quali partner possono aiutarmi?
Occorre poi individuare:
- il target (ovvero le categorie di clienti ai quali si rivolge il mio prodotto/servizio);
- i canali di vendita (negozi, agenti, etc) e la eventuale rete commerciale da utilizzare;
- nonché gli strumenti per avviare e curare la relazione con i clienti.
Quindi occorre elencare ed esaminare i costi connessi al progetto (per le risorse e le attività produttive, per le attività di comunicazione e marketing, per le attività contabili e legali etc)
E, da ultimo, bisogna studiare le possibili fonti di ricavo, la strategia di pricing, gli eventuali compensi derivanti da attività collaterali e connesse etc.
In altre parole occorre compilare quello che possiamo chiamare la “lista della spesa”, ovvero l’elenco degli ingredienti per realizzare il progetto: per chi lo conosce gli elementi elencati prima costituiscono i 9 blocchi del business model canvas (che è uno strumento molto utile per ogni potenziale imprenditore)
Le competenze necessarie ed il team di progetto
Dall’analisi descritta sopra dovrebbe emergere anche l’eventuale necessità di ricevere supporto per le attività che il neo imprenditore ovvero i fondatori dell’impresa non possiedono; tipicamente questo riguarda:
- Competenze legali
- Competenze finanziarie
- Competenze di comunicazione e marketing
Ma ovviamente ce ne possono essere anche altre (competenze digital, social media, etc). Sarà quindi opportuno valutare se affidare alcuni compiti a consulenti esterni (che si occupano, ad esempio, della tenuta della contabilità, della redazione dei contratti etc), oppure se cercare di aggregare nuovi membri al team.
Quest’ultima opzione è sicuramente preferibile nel caso in cui le competenze in questione siano strategiche per lo sviluppo del progetto: ad esempio nel caso dello sviluppo di una piattaforma digitale, sarebbe opportuno avere “in casa” (ovvero tra i fondatori dell’impresa), i professionisti con competenze informatiche.
Creazione della società ed avvio dell’impresa
Se tutti gli step precedenti sono stati eseguiti con successo, il team di progetto si troverà di fronte alla necessità di creare formalmente l’impresa, ovvero di costituire una società (si veda qui, per una guida alla forma giuridica più adatta)
Per cominciare ad operare, infine, l’impresa avrà bisogno di alcuni strumenti minimi, che potremmo definire “startup kit” (e sul quale si fornirà un ulteriore approfondimento in un prossimo articolo):
- contratto di vendita;
- contratto di lavoro per collaboratori/dipendenti;
- contratto di agenzia e/o procacciatore d’affari per la rete commerciale;
- consulenza contabile;
- conto bancario e/o paypal per effettuare e ricevere pagamenti.
A tali strumenti se ne aggiungono spesso molti altri (ufficio/sede fisica, anche in coworking); sito internet e relativa privacy policy; strumenti di web marketing; eventuale piattaforma ecommerce (con relativi contratti etc.)
Da quel momento in poi, si comincerà a fare sul serio, cominceranno gli obblighi (e le spese) e si potrà finalmente verificare la bontà e la profittabilità del progetto.
In conclusione
Ricapitolando, per avviare un’impresa occorre seguire i seguenti step:
- Elaborare l’idea di impresa e verificarne la fattibilità;
- Sviluppare gli elementi principali del progetto (compilando la “lista della spesa” ovvero il business model canvas);
- Individuare le competenze necessarie per il progetto ed eventualmente integrarle nel team;
- Costituire la società e redigere i primi contratti.
Fino al punto n. 3, l’imprenditore o il team può rinunciare, se si rende conto che non ci sono i presupposti (legali o commerciali) per aver successo (ovviamente sulla base di una analisi “teorica”), senza affrontare grosse spese ed in assenza di vincoli formali
Dopo aver costituito l’impresa… Tornare indietro è più difficile e più costoso. Quindi è utile svolgere tutto il lavoro preliminare con il massimo impegno, per evitare di imbarcarsi in progetti che potrebbe rivelarsi difficilmente profittevoli.
Fallire serve sicuramente per imparare e migliorare (ne parleremo meglio in futuro), ma è bene farlo al minor costo possibile!